Oggi la mia “Pillola D’Insonnia” è un pensiero più che un racconto fantasioso, ma con sempre uno spunto di riflessione per chi legge.
Quanti di noi hanno mai pensato al proprio nome come un dono, il primo della vita, totalmente gratuito, e all’emozione che hanno provato i nostri genitori nello sceglierlo e poi donarcelo?
Un dono carico di paure e gioie per le nostre sorti da “cuccioli”, appena apparsi nel palcoscenico della vita.
Quelle emozioni sono dentro la semplice scelta di un nome per il proprio bambino/a, e sono le stesse che nell’arco della nostra esistenza proviamo, in tutto il viaggio ci accompagneranno e ci faranno diventare gli UOMINI/DONNE che saremo destinati ad essere.
Non siamo legati al nostro nome solo per distinguerci dagli altri, ma al contrario per far si che possiamo essere ricordati, per morire una volta sola.
Non tutti sono destinati ad essere ricordati al livello mondiale, non tutti possono avere la notorietà dei grandi del passato o dei VIP, ma ognuno di noi è chiamato ad una missione di IMMORTALITA’, ad un compito che prende forma nel quotidiano di ognuno di noi.
L’immortalità non è l’eternità della vita, ma al contrario, il ricordo costante di chi resta, delle azioni fatte, degli attimi di una vita degna di essere ricordata.
Quello che fai nel tuo percorso segna chi hai intorno, spetta a noi come, se nel bene o nel male, ma tutto proprio tutto è racchiusa nella pronuncia del nostro NOME.
Garibaldi, Ghandi, Giulio Cesare, ne potrei menzionare migliaia, ogni volta pronunciati i loro nomi è automatico il pensiero di ciò che nella vita hanno lasciato.
Potrà essere scontato ma quanti di noi si sono mai soffermati a pensare come vorrebbero essere ricordati?
Siamo chiamati a lasciare un segno benevolo nel mondo, tutti indistintamente!
E tu che ora stai leggendo: ” Cosa stai facendo per la tua IMMORTALITA?”
«Visto che non sappiamo quando moriremo, arriveremo a pensare alla vita come a un pozzo inesauribile. Eppure, tutto accade solo per un certo numero di volte, ed è un numero… davvero piccolo.
Non voglio essere ricordato come “il figlio di Bruce Lee”.
L’immortalità è vivere la propria vita facendo cose buone, cercando di lasciare un segno dietro di sé.»
(Brandon Lee, 1965-1993)
di Daniele Cossu