DI: MICHELE TOSO

Quando si parla di Beppe Grillo si fa fatica a collocarlo esattamente in una categoria sociale ben definita: è un politico o è un comico?

Adesso sappiamo tutti il suo impegno nel M5S, ma prima dell’esistenza di questo movimento a qualcuno torna in mente di cosa parlava Grillo in TV?

Raccontava forse barzellette?

Narrava della quotidianità dell’italiano medio?

No Beppe Grillo faceva politica!

E dove la faceva?

Sui palcoscenici RAI.

Vi ricordate la fine degli anni 80?

Il comico RAI, con il sarcasmo e l’ironia che lo hanno sempre contraddistinto, metteva in luce i peggiori scandali politici del tempo, sino poi a commettere un “errore di gioventù”, quando nel 1986  il suo essere pungente gli costò la cacciata momentanea dalla RAI per via della seguente battuta:

« La cena in Cina… c’erano tutti i socialisti, con la delegazione, mangiavano… A un certo momento Martelli ha fatto una delle figure più terribili… Ha chiamato Craxi e ha detto: «Ma senti un po’, qua ce n’è un miliardo e son tutti socialisti?». E Craxi ha detto: «Sì, perché?» «Ma allora – ribatte Martelli – se son tutti socialisti, a chi rubano?»

 

Riprendiamo adesso la domanda in titolo all’articolo, che va parafrasata nel seguente modo: E’ nato prima il comico o il politico?

La risposta che potremmo dare (nei confronti del soggetto in questione) è che sia il comico sia il politico sono l’uno condizione essenziale per l’esistenza dell’altro.

Grillo non sarebbe stato il comico di successo se non avesse fatto una politica subliminale, e non avrebbe acquisito rilevanza politica se non avesse trattato argomenti politici/sociali con sarcasmo e ironia, ovvero se non avesse fatto il comico.

 

Fonte immagine:http://www.nanopress.it/politica/foto/beppe-grillo-dagli-esordi-in-tv-al-movimento-5-stelle_2727.html